I grandi collettori lungotevere

Negli anni in cui Roma diviene la nuova capitale del Regno la soluzione alle devastazioni provocate dalle continue inondazioni che da secoli ne afliggevano le aree più depresse non può più essere rimandata. Il problema emerge prepotentemente quando, a dicembre 1870, una straordinaria piena allaga la parte bassa della città, raggiungendo, l’altezza di 17,22 metri misurato allo 0 all’idrometro di Ripetta.


Il 1° gennaio 1871 il Governo italiano affida a una Commissione d’ingegneri idraulici l’incarico di “studiare e proporre i mezzi di rendere le piene del Tevere innocue alla città di Roma”.


Il 7 dicembre 1871, dopo 19 adunanze, la Commissione propone un progetto che, in seguito noto come “progetto Canevari”, è adottato “base per la compilazione del progetto definitivo della sistemazione del Tevere in Roma”.


Il progetto, rispondente a principi idraulici e di decoro edilizio, propone di realizzare, nel tratto urbano del fiume, un alveo regolare largo 100 metri, delimitato da monumentali sponde murarie pressoché verticali. I muraglioni “insommergibili” alle piene, presentano, al piede, ampie banchine di approdo e, in sommità, nuove strade lungotevere il cui tracciato coincide con quello delle gallerie dei collettori delle fognature cittadine. Nel progetto Canevari, i
collettori sono considerati parte integrante della difesa idraulica della città, in quanto la mancanza di manutenzione del sistema fognario antico – costruito nel VI sec. a.C., sviluppato nell’età imperiale come capolavoro dell’ingegneria idraulica romana e, successivamente, potenziato con lo sviluppo urbanistico della città rinascimentale – contribuisce a peggiorare gli eletti dannosi delle inondazioni. Prima dell’avvio dei cantieri, il disegno dell’argine di Canevari è rielaborato dai tecnici dell’Ufficio Speciale per la Sistemazione del Tevere, rendendo le gallerie dei collettori indipendenti dalla struttura dei muri di sponda.
Il progetto dei grandi collettori assume, così, i caratteri di una vicenda edilizia autonoma che si sviluppa parallelamente alla realizzazione dei muraglioni: la sua ricostruzione avviata attraverso la lettura delle carte sparse negli archivi storici, restituisce la cronaca di un monumentale cantiere che, di^uso sul territorio, accompagna la costruzione di Roma contemporanea, dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento, fornendo interessanti tracce delle contaminazioni tra la storia dell’ingegneria e quella della città.


Oggi i collettori bassi costituiscono una infrastruttura fondamentale dell’assetto fognario attuale della città di Roma e una monumentale opera di ingegneria idraulica, tutta da riscoprire. In questo senso, gli studi presentati in questa mostra contribuiscono alla conoscenza, tutela e valorizzazione di questa monumentale infrastruttura, attraverso il partenariato scientifico dell’Archivio di Stato di Roma, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Acea Ato2 e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.


La mostra si inserisce nella serie di eventi espositivi “Racconti dalle carte dell’ufficio Speciale per il Tevere e l’Agro Romano”, curati dall’Archivio di Stato di Roma in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.


La mostra è il quinto evento espositivo della stessa serie, avviata nel 2020, nell’ambito di accordi di collaborazione scientifica tra il Dipartimento di Ingegneria Civile e Informatica (DICII) dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e l’Archivio di Stato di Roma per la valorizzazione del fondo archivistico del Genio Civile di Roma, fonte documentale fondamentale anche per i processi di tutela e salvaguardia del patrimonio costruito storico della città di Roma. La sinergia istituzionale tra i due enti è, in questa occasione, arricchita dalla partecipazione di AceaAto2 nell’ambito di un ulteriore accordo di collaborazione scientifica con il DICII, per la tutela e la valorizzazione delle infrastrutture storiche della città di Roma, ancora oggi gestite dall’azienda. In questa ottica, alla mostra ha contribuito, inoltre, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, nelle rispettive strutture della Direzione Edilizia Monumentale e dell’Archivio Storico Capitolino, quest’ultimo già coinvolto in accordi di collaborazione scientifica con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (DICII e DII) per la valorizzazione delle collezioni archivistiche relative al patrimonio costruito.

Sede: Archivio di Stato di Roma, Complesso di Sant’Ivo alla Sapienza

Date: dal 25 ottobre al 29 novembre 2024

Inaugurazione: venerdì 25 ottobre ore 17.00

A cura di:

Vincenzo De Meo (Archivio di Stato di Roma)

Ilaria Giannetti e Stefania Mornati (DICII, Università degli Studi di Roma Tor Vergata)

Massimo Spizzirri (Acea Ato2)

Con il patrocinio di:

• Tevere Day – evento collaterale dell’edizione 2024

• AIPAI – Associazioni Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale